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Volume 21 XXI Concorso 1994. Le infrastrutture fisiche e telematiche per la città del XXI Secolo, a cura di Roberto Busi, Mario Fadda, Gabriella Padovano e Rocco Papa, Giannini, Napoli 1995.

Volume XXI – XXI Concorso 1994. Le infrastrutture fisiche e telematiche per la città del XXI Secolo, a cura di Roberto Busi, Mario Fadda, Gabriella Padovano e Rocco Papa, Giannini, Napoli 1995.

Con il ventunesimo bando del Concorso Nazionale la Fondazione chiudeva il trittico del suo approccio culturale al problema della progettazione, della gestione e del monitoraggio costante della città del ventunesimo secolo, intesa nella nuova concezione di sistema complesso che si andava sovrapponendo al “costruito” classico. Il problema della comprensione e del comprendersi era stato affrontato nel concorso del 1990; la complessità ed i suoi risvolti strumentali in ambito urbano e territoriale avevano trovato una loro corretta definizione in quello del 1992; si trattava ora di affrontare il complesso tema infrastrutturale in cui, alle “classiche” reti energetiche e distributive se ne era aggiunta un’altra: quella telematica. Infrastruttura, quest’ultima, ad un tempo fisicamente palpabile (la cablatura) ed impalpabile (onde e microonde), capace di migliorare in modo determinante sia le “prestazioni” urbane che il governo della città futura.

Il tema proposto, in particolare, perseguiva un approfondimento culturale sul quinto e sesto punto espressi dalla “Carta di Megaride”, “Città e Complessità” e “Città e Tecnologia”.
La città del XX Secolo era stata dominata dalle ideologie e, nel mondo occidentale, da un capitalismo prevalentemente interessato al carattere fisico della città ed al suo sviluppo in termini quantitativi con fini essenzialmente speculativi, che aveva determinato un continuo consumo di territorio.
“Il valore del suolo urbano è (in prima approssimazione) direttamente proporzionale all’indice di fabbricabilità del lotto edificabile. Il terreno urbano, insomma, acquisisce un plusvalore dipendente dalla quantità di edilizia su di esso realizzabile. Tale assunto, oggetto di approfondito dibattito culturale in particolare negli anni ’60, sottolinea le peculiarità proprie dell’atteggiamento borghese, peraltro, come già affermato, del tutto riconducibile (e, addirittura, per eccellenza riconducibile) alla fisicità del costruito qui ricondotta ed abbassata al puro parametro quantitativo della speculazione.” (Tratto dalla presentazione al XXI volume della collana “Studi Urbanistici” del Prof. Roberto Busi).

La città del XXI Secolo dovrà sfuggire a questa logica, figlia diretta della civiltà dei consumi, che purtroppo continua a proliferare portando le città ad un degrado sempre maggiore, ben visibile anche ai non esperti di urbanistica.
“Il cablaggio e con esso le nuove opportunità offerte dalle reti di telecomunicazione, devono essere di supporto alla programmazione e alla gestione delle trasformazioni urbane, nonché garantire la ri-organizzazione delle funzioni e delle attività urbane, dalla scala edilizia a quella urbanistica.” (Tratto da Corrado Beguinot, op. cit.).
Un alleato potente, capace di magie sempre nuove che non finiscono e mai finiranno di stupire, questa era, ed è, la telematica che, però, se non attentamente controllata, anziché contribuire ad elevare la qualità della vita e ad usare oculatamente le risorse disponibili e non rinnovabili, rischia di non fare altro che aumentare dissennatamente proprio questi consumi.
Della telematica non si faceva, e non si fa altro, che decantare e pubblicizzare gli incrementi di capacità di memoria e la sempre maggiore velocità di calcolo di apparecchi sempre nuovi che rendono obsoleto, nella mente del consumatore, il vecchio modello acquistato un mese prima.
Quasi ogni famiglia possedeva un computer, nuovo, e un mese dopo si sentiva “umiliata” dal vicino di casa con il suo modello più nuovo e più potente alimentando in questo modo un circolo vizioso di consumi senza accorgersi che il proprio vecchio ed “inutile” strumento cibernetico – utilizzato quasi sempre per scrivere una o più lettere e soltanto questo – molto probabilmente equipaggiava i più sofisticati mezzi da battaglia esistenti o era anche in grado di gestire una missione spaziale.

Di tutto ci si occupava tranne che della magnificazione e del miglioramento dei servizi e dell’intelligenza delle operazioni che si potevano e possono compiere con un normale elaboratore inserito in rete; in quella che, giustamente, il titolo del concorso ha definito “infrastruttura telematica”, vero e proprio asse portante della città e della civiltà del futuro.